4.0 La nuova rivoluzione industriale by Patrizio Bianchi

4.0 La nuova rivoluzione industriale by Patrizio Bianchi

autore:Patrizio, Bianchi [Bianchi, Patrizio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815339508
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


FIG. 6. Relazione tra economies of scale ed economies of scope.

Questa transizione dalla produzione personalizzata in bassi volumi alla produzione rigida di massa viene delineata nella figura 6 con la freccia A: per aumentare i vantaggi di specializzazione – le economies of scale – si perdono i vantaggi di produzione congiunta – le economies of scope.

Negli anni Settanta del Novecento il lungo ciclo della produzione standardizzata di massa si era esaurito in tutti i paesi; la crisi petrolifera aveva ridotto la capacità di spesa delle famiglie e all’interno di ogni mercato nazionale, fino ad allora dominato da un leader o da uno stretto oligopolio, si era avviata una profonda ristrutturazione; l’esempio di riferimento è ancora il mercato dell’automobile in Europa. La riduzione dei consumi all’interno del singolo mercato nazionale ha spinto ogni leader a vendere nei mercati vicini, aprendo una concorrenza intraindustriale che ha accelerato un confronto basato non solo sul prezzo ma anche sulla capacità di differenziare il proprio prodotto rispetto a quello del più diretto competitor.

La grande riorganizzazione dei processi produttivi realizzatasi nell’ultima parte del Novecento ha cercato di aumentare le econ-omies of scope senza perdere significativamente nelle economies of scale. Questa transizione viene raffigurata con la freccia B.

La lunga crisi degli anni Settanta portò quindi a un cambiamento di ciò che abbiamo chiamato extent of the market, cioè non solo un ampliamento fisico dei mercati – tra l’altro sostenuto dall’azione di rilancio dell’Unione europea – ma anche delle modalità della concorrenza perché ognuna delle grandi imprese era l’incumbent, cioè il difensore del proprio mercato di origine, e l’entrant, cioè l’attaccante, sul mercato del vicino. In questo nuovo contesto competitivo era necessario adeguare anche l’organizzazione della produzione – la division of labour – potendo produrre volumi più ridotti per singola tipologia di auto, ma più differenziati fra loro, ad esempio, producendo auto con parti comuni e parti differenziate, entrando così in competizione sul prezzo ma anche sulla qualità.

Dal 2001 nuovi competitori sono entrati sul mercato mondiale, provenienti da quei paesi che prima erano esclusi o al margine dell’economia avanzata, prima fra tutti la Cina. La nuova crisi economica e la contemporanea entrata di nuovi competitori hanno cambiato nuovamente l’extent of the market, spingendo a cambiare coerentemente l’organizzazione della produzione – la division of labour – che deve ora essere adeguata ad un mercato di dimensione mondiale, fortemente competitivo. Questa nuova transizione viene qui raffigurata con la freccia C: si cerca di ottenere tutti vantaggi connessi sia con scale che con scope, cioè i vantaggi legati alla grande dimensione realizzando al massimo i vantaggi di produzione congiunta.

La formula industria 4.0 rappresenta questa profonda trasformazione industriale in cui bisogna essere in grado di operare su grandi volumi adeguati a un mercato globale, ma occorre anche muoversi per rispondere a bisogni sempre più personalizzati.

Dalla produzione flessibile di massa alla produzione personalizzata in grandi dimensioni si approda così a una concorrenza basata né sul solo prezzo, né sulla sola varietà di gamma, ma sulla possibilità di soddisfare bisogni emergenti con una risposta puntuale.



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